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Padre Luigi d'Albidona

Tra i principali protagonisti dei moti rivoluzionari nel contesto regionale ci fu un frate cappuccino, il noto Padre Luigi d'Albidona, al secolo Luigi Cataldi, nato ad Albidona nel 1818. Il religioso, assegnato al convento di Torano Castello, entrò a far parte della "banda toranese" (composta da 27 uomini), stringendo amicizia con l'anarchico Giuseppe Petrassi e i fratelli Baviera. Partecipò, quindi, agli attacchi alle milizie del "Real governo" a Paola e alla "disfatta" di Castrovillari, dove incontrò anche i 17 albidonesi, che presero parte alla sommossa (tra questi si trovava anche Benedetto Cataldi, fratello del cappuccino, uno dei maggiori promotori della rivolta comunista ad Albidona). Fu arrestato nel 1850, processato nel febbraio del 1852 e condotto dopo un lungo periodo di latitanza nel carcere di Cosenza. Dopodiché fu portato nel carcere dell'isola di Nisida, nei pressi dell'isola di Procida. Il padre si dichiarò sempre e comunque "prigioniero politico", ma fu condannato prima alla pena di 18 anni di prigionia, ridotti in seguito a 13 anni; il cappuccino non li scontò mai tutti, perché morì dopo quattro anni, solo, malato e distrutto dalla terribile prigionia.