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Festa di Sant'Antonio da Padova e la "Ndinna" (albero della cuccagna)



La festa di Sant'Antonio da Padova si svolge il 13 giugno di ogni anno.

Festa di Sant'Antonio da Padova e la "Ndinna" (albero della cuccagna)


È la festa più sentita dagli albidonesi dopo quella del Santo patrono San Michele, in quanto è molto ricca di tradizioni popolari alquanto arcaiche e la devozione verso il santo portoghese è molto forte.
Il rito religioso è affine a quello del patrono, in quanto la mattina si tiene la celebrazione liturgica, seguita dalla processione, nella quale il santo di Padova viene trasportato per tutto il paese a forza di braccia; al rientro del santo nell'omonima chiesa, in piazza Convento, termina il culto religioso.
Nel pomeriggio si ha il momento più atteso dell'anno: la "Ndinna" (albero della cuccagna). Si tratta di un albero di abete, che viene acquistato, grazie al denaro ricavato dalla festa o alle offerte di alcuni devoti, dai comuni vicini di Alessandria del Carretto o Terranova del Pollino, i cui boschi di alta montagna sono ricchi di questo magnifico esemplare arboreo. Qualche giorno prima della festa di Sant'Antonio, l'abete viene trasportato da un corteo di albidonesi per le vie principali del paese, accompagnato dal suggestivo suono di organetti, tamburelli e zampogne e viene rilasciato in via Armando Diaz, attigua a Piazza Convento.
Nella festa di Sant'Antonio la "ndinna" viene innalzata nella citata piazza, dopo essere stata addobbata nella cima con prodotti tipici (uova, vino locale, fichi secchi, "taralli", formaggio) e a volte con animali vivi (galli, agnelli, capretti). Dopo di che inizia l'ambita scalata dell'albero ad opera di alcuni giovani albidonesi, che cercano di raggiungere la cima dell'albero (assicurati delle dovute precauzioni di sicurezza), per gustare i suoi buoni prodotti, lanciare dall'alto (circa 15 metri) uova o fichi, nel tentativo di colpire qualche sfortunato spettatore e diventare il protagonista assoluto della festa di Sant'Antonio. Nel momento in cui il coraggioso scalatore riesce a raggiungere la cima si assiste a scene molto divertenti, perché la gente gremita cerca di spostarsi in zone protette, al fine di evitare qualche tuorlo d'uovo sul vestito indossato per la festa. Dopo la scalata di diversi concorrenti, la "Ndinna" viene calata e viene trasportata per il paese nel suo rifugio, perché sarà utilizzata ancora l'anno seguente.
In passato l'abete veniva anche unto con oli o sapone, al fine di renderlo più scivoloso e meno facilmente scalabile, ma oggi questa usanza è stata ormai eliminata. La festa si conclude nella tarda serata con uno spettacolo musicale finanziato dalle offerte ricavate dalla festa.